Fotografia d'arte - elementi e storia

La prima mostra d’arte fotografica si tenne nel lontano 1839 a Parigi dove Loius Hippolite Bayard espose 30 immagini; il processo di assimilazione e comparazione della fotografia d’arte alle altre discipline fu tuttavia lungo e tortuoso e ancora vent’anni dopo tale prima mostra, uno dei maggiori critici d’arte e artisti dell’epoca, Charles Pierre Baudelaire, si definì estremamente irritato per l’ammissione delle fotografie al Salone della Pittura di Parigi del 1859. Ancora per tutta la seconda metà dell’Ottocento la fotografia venne vista come una sorta di sorella minore, se non come una vera e propria sorellastra della pittura. Tuttavia, il Novecento riconobbe presto le potenzialità e le caratteristiche di quest’arte fino al punto di poter definire il secolo scorso come il secolo della fotografia. Infatti, le si riconobbe presto la polivalenza e l’autonomia nonché la capacità di indagare la realtà e i temi più cari al sentire umano con mezzi suoi propri e con un linguaggio autorevole e non replicabile.

Ovviamente, insieme all’affermarsi della fotografia emerse con sempre maggior forza la figura del fotografo.

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Lungo tutto il corso dell’ultimo secolo questa figura venne celebrata ovunque e i fotografi di maggior successo e clamore vennero presto equiparati ai pittori e più in generale alle svariate figure che compongono il mondo dell’arte. I loro scatti riempirono i musei di tutto il mondo con mostre personali che raccolsero un estremo successo attirando un pubblico quanto mai numeroso. Ben presto iniziarono ad essere prodotti su vasta scala libri e cataloghi fotografici che inondarono il mercato, anche a fronte di una sempre maggiore richiesta. Di pari passo si andarono istituendo svariati premi volti a riconoscere le qualità dei singoli fotografi e le immagini più evocative ed emozionanti. Il grande fotografo ha infatti delle sue qualità che rendono plausibile il paragone fra la propria arte con la pittura. Entrambe queste forme d’arte ricercano di raccontare la realtà attraverso l’espressione di un istante (o più di uno) altamente significativo, capace di avviare un processo di riflessione e introspezione nello spettatore. Non a caso i soggetti preferiti da queste due tipologie di artisti risultino spesso coincidenti: il ritratto, il paesaggio, la natura morta, ed altri ancora. Per dare un’idea del valore di quest’arte si potrebbero fare alcuni nomi fra quelli dei più grandi artisti. Uno dei più celebrati è senza dubbio Steve McCurry, fotoreporter statunitense, che nel 1985 effettuò il suo ritratto più famoso: la ragazza afgana. L’intensità emotiva della foto ha spesso portato vari critici a proporre delle similitudini con i più grandi ritratti che la storia della pittura può proporre. Famosissimo paesaggista è invece il tedesco Andreas Gursky; le sue opere raggiungono facilmente quotazioni che superano il milione di dollari. Sempre di origine tedesca è invece Wolfgang Tillmans che nel 2001 realizzò una delle sue opere più celebri, Natura morta, New York. Questi tre nomi sembra bastino a mostrare quanto eterogenee siano le tecniche espressive e i soggetti dei più grandi fotografi e dunque la polimorfia di quest’arte.

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